Foto personale
Sofia e Matteo avvisarono i rispettivi uffici della loro assenza, tanto per salvare apparenze e forme, mentre goffamente indossavano qualcosa. Una vecchia polo lei, i calzoni lui.
Sofia corse in cucina per preparare la colazione a base di fiocchi di yogurt, fette biscottate dorate col burro, lattughino fresco, frutta di stagione e caffè nero.
Matteo fece una doccia per rinfrescare il corpo, prima di andare in cucina.
Ma alla fine colazione e pranzo fu un tutto unico. Era pomeriggio inoltrato, quando decisero di uscire. Si sentivano in vacanza, quando giunsero in centro per i quattro passi in Corso Vittorio Emanuele. Allegri e spensierati come due adolescenti ai primi amori.
“Fino a domani non voglio pensare a nulla” disse Sofia, osservando il sole declinante su piazza Duomo. “Mi voglio godere ogni istante di questa giornata meravigliosa”.
Matteo le strinse la mano come un ragazzino con un tacito accordo alle sue parole. Mentre camminavano, non badavano alle espressioni dei vari conoscenti incontrati in San Babila. Sembravano in una bolla di sapone, isolati dal resto del mondo. Dai loro volti i due ragazzi dedussero che avevano commentato con un pizzico di acidità e sarcasmo quel passeggiare mano nella mano e quegli sguardi teneri da amanti. Sofia ignorò quei visi dipinti d’ironia, perché pensò che fosse solo invidia. Era felice di camminare a fianco di Matteo.
Incuranti del tempo e delle prime ombre che si proiettavano sul marciapiede, quando Sofia vide sul display il numero di Laura, chiedendosi il motivo.
“Pronto,” disse allegra “quali novità mi porti?”
Laura spiegò gli ultimi avvenimenti, compreso l’invito alla Caffetteria del Corso e sul come voleva organizzare la sera.
“Lascia fare a me. Fidati” concluse Sofia, chiudendo la comunicazione.
Sofia spiegò a Matteo, quanto Laura le ha raccontato per sommi capi. Lui spalancò occhi e bocca sbalordito, perché Marco era ripartito per Ferrara in modo definitivo. Non dava per scontata la sua decisione di andarsene, lasciando per la seconda volta Laura.
“Pensa” aggiunse Sofia sorniona. “Non ci crederai ma Laura ha chiamato Paolo. Lui ha preso l’occasione al volo e l’ha invitata alla Caffetteria del Corso per le sette”.
Matteo si rallegrò che i due ragazzi avessero scelto d’incontrarsi senza la sua mediazione. ‘Forse è la volta buona che Paolo corona il suo sogno con Laura’ pensò, soddisfatto.
“Visto che abbiamo deciso di prendere l’aperitivo” propose Sofia, fingendo che l’idea fosse sua. “Che ne dici di unirci a loro?”.
Matteo annuì, senza cogliere il sottile inganno ordito da Sofia, perché era rimasto senza parole sulle ultime informazioni. Aveva brigato senza successo ma alla fine si era sistemato come d’incanto senza il suo aiuto. Non poteva crederci.
Marco riprese il viaggio verso Ferrara disteso, mentre l’immagine di Laura sfumava. Non avvertiva più quella sensazione di peso, che si stava trascinando da Milano.
Laura era affascinante ai suoi occhi ma aveva capito che quel frutto non l’avrebbe potuto cogliere. Non era nel suo giardino e quindi non gli apparteneva.
Guidò veloce per arrivare prima possibile a casa e farsi una doccia. Doveva togliersi dal corpo il profumo di Laura e prepararsi per la serata con Agnese.
Non ricordava con esattezza il viso, le forme, i capelli. Aveva ricordi sfumati di una mattina soleggiata di settembre, quando l’aveva vista, seduta sul ciglio della strada col viso imbronciato.
Un silenzio, durato quasi otto mesi, era stato interrotto due giorni prima, quando a sorpresa l’aveva chiamato per fare un giro in bicicletta. Adesso comprendeva che era una scusa per riallacciare un contatto casuale, perché si sentiva sola e desiderava compagnia. Dunque era questo il messaggio che Agnese gli aveva trasmesso. Solo in questo momento durante la guida lo percepì con chiarezza. Tutto gli appariva più chiaro, più nitido. Si era fatta audace, quasi sfrontata, mentre l’invitava a casa sua per la sera e per la notte. Era stata esplicita nel dirlo, senza tentennamenti. Aveva puntato dritto verso l’obiettivo. Ma quale era lo scopo di tanta impudenza? Passare la notte con un uomo? Se era quello che cercava, perché proprio lui che aveva visto una sola volta otto mesi prima? Trovare un nuovo compagno? Non gli era sembrata una ragazza, che scegliesse al buio una persona col quale condividere la sua vita. Oppure. Era inutile porsi tante domande, tra poco l’avrebbe scoperto.
Marco, mentre guidava con attenzione verso Ferrara, era assorbito nel decifrare la personalità di Agnese, che gli appariva come un gioco a incastri. Un puzzle da ricomporre, dove la difficoltà non era trovare il tassello iniziale giusto ma inventare quello da incastrare.
Era allegro, quando arrivò a casa, dove l’aspettavano i genitori rassegnati a non vedere più quella bella ragazza dai capelli ramati gentile e cordiale.
Una doccia veloce, la borsa con gli indumenti da ciclista, l’aggiornamento del borsone che aveva con sé a Milano, il caricabatteria del telefono, un saluto e un arrivederci a domani sera. Caricata la bicicletta in macchina, si affrettò per gli acquisti.
Un salto in enoteca per acquistare un Berlucchi Vintage, un Veuve Cliquot Ponsardin, un passito di Romagna, un rosso del Trentino e un bianco dell’Alto Adige. Forse era troppo il vino ma non conoscendo la composizione del menù, aveva scelto vini adatti a diverse varianti.
A passo di corsa, lui che amava i ritmi lenti, passò dal Caffè del Concerto per acquistare due torte. Una alla gianduia, erano anni che non la mangiava, e l’altra millefoglie, la specialità della casa. Era felice come un bambino, che aveva ricevuto il gioco desiderato da tanto tempo.
Alle sette uscì dalle mura cittadine per recarsi da Agnese. Si fermò in uno spazio, perché non conosceva l’ubicazione dell’abitazione di Agnese. Non ricordava, se glielo aveva chiesto oppure se ne era scordato. La chiamò.
Agnese lo aspettava sulla soglia della villetta in pietra a vista in una frazione vicina alla città, una zona residenziale ordinata. Indossava la camicetta e i pantaloni, acquistati nel pomeriggio. Sotto la camicetta non portava il reggiseno e i capezzoli increspavano il tessuto senza mostrarsi apertamente, facendo intuire che c’erano. Era una donna aggraziata ma diversa dalla bellezza di Laura.
Un ‘Ciao’ e un bacio sulle guance diedero il benvenuto a Marco.
Sistemati i pacchetti in cucina, Agnese gli mostrò la casa con la grazia di una fatina e l’ansia di una ragazzina al primo amore. Marco osservò con cura i particolari, giudicandoli di ottimo livello.
La cena fu semplice. Un antipasto di mare, accompagnato dal vino bianco. Il primo un piatto semplice e gustoso. Riso venere condito da un mix di peperoni verdi, gialli e rossi. Il secondo filetti di pesce persico al cartoccio con insalata lollo. Mangiarono con lentezza, senza fretta. La serata era lunga e non avevano impegni. Chiacchieravano come se fossero amici di vecchia data, che si ritrovavano dopo tanto tempo. L’atmosfera era rilassante, complice i numerosi calici di vino bianco, che li rese ancora più loquaci. Agnese non ebbe segreti con lui, perché gli raccontò la sua storia con Giulio, gli anni vissuti insieme, la rottura. Gli spiegò, perché quel giorno di settembre era triste e irritata.
Marco riconobbe che Agnese era una donna intelligente e sensibile, che aveva passato un periodo travagliato da cui con grande difficoltà si stava tirando fuori. Le parlò di Laura e della giornata trascorsa a Milano, di cosa cercava nella vita.
Scoprirono di avere diversi punti in comune, oltre alla bicicletta: l’amore per le sagre e le rievocazioni storiche, l’andare per musei e mostre, la passione per i libri.
Le torte e lo champagne rimasero in frigo. Si sentivano euforici e un tantino brilli. Si abbracciarono e si baciarono. Poi senza dire nulla, finirono nel letto che per tanti anni lei e Giulio avevano condiviso. La stanza degli ospiti, che Agnese aveva preparato per Marco, rimase vuota.
La notte sarebbe stata lunga ma domani sarebbero andati in bicicletta?
Quando Sofia e Matteo entrarono nella Caffetteria del Corso, Laura e Paolo erano lì da diversi minuti a parlare animatamente davanti a un bicchiere. Era colorato e decorato con bucce di arancia e limone, ombrellini e olive con un contorno d’invitanti stuzzichini al salmone e gamberi.
Paolo le domandò, perché era stata riluttante e fredda con lui. Laura gli spiegò che, prima d’iniziare una nuova storia, voleva essere sicura che fosse quello giusto.
Sofia li vide discutere con foga e, trascinando Matteo, poco propenso a unirsi a Paolo e Laura, li salutò, sedendosi non invitata al loro tavolo.
Paolo non gradì questa intrusione, perché era la prima volta che affrontava Laura sui loro rapporti. Non mostrò apertamente la propria irritazione ma trasmise il messaggio di malumore con piccoli gesti e occhiate malevoli, mentre Laura si sentì sollevata e sicura con la presenza dell’amica.
Il tempo scorreva senza che l’atmosfera si riscaldasse, finché Sofia non disse: “Ragazzi, andiamo a casa mia per festeggiare l’incontro tra Laura e Paolo. Ho in frigo un Ferrari da otto mesi, che aspetta di essere stappato. Mi sembra l’occasione adatta”.
Poi aggiunse con una punta di malizia: “Naturalmente, chi vuole restare per la notte è il benvenuto. Ho un’altra stanza dove si può riposare tranquilli”.
Paolo guardò Matteo in malo modo, perché, da quando era arrivato, aveva detto si o no dieci parole, lasciando parlare solo Sofia. Lui aveva progettato di passare la serata con Laura senza altre persone tra i piedi ma tutti i piani erano crollati come un castello di carte. Sentiva il malumore crescere dentro di sé e la voglia impellente di salutare la compagnia e andarsene per i fatti suoi. Da quando aveva rivisto Laura, era riuscito a scambiare a malapena poche frasi, senza riuscire a chiarire i motivi della sua freddezza. Adesso intuiva che non avrebbe potuto conoscere qualcosa di più, né capire le intenzioni di Laura nei suoi confronti. Non comprendeva l’atteggiamento di Matteo, che pareva avere fuso il cervello, tanto era assente e distaccato.
Laura si accorse dal viso imbronciato di Paolo, che era contrariato. Decise che per il momento non avrebbe modificato il suo comportamento, limitandosi a essere cordiale e vivace, diversamente dagli altri incontri. Guardò Sofia, trasmettendo l’approvazione per la maniera con la quale stava guidando la serata. Non era sua intenzione trattenersi per la notte, perché di Marco, partito da poche ore, anche se definitivamente era uscito dalla sua vita, aveva un ricordo troppo fresco. Prima di avventurarsi in una nuova storia, voleva avere la certezza che Paolo avesse le qualità che si aspettava. Doveva possedere la pazienza di non forzare i tempi, di ascoltare le sue paure, di essere dolce. Ma Paolo era in effetti così? Tuttavia un pensiero la frenava: non era sicura che le problematiche relative al sesso fossero state cancellate. Se così fosse, Paolo era in grado di capirla e aiutarla? Dubbi e domande frullavano nella testa di Laura, che aveva deciso di rispondere ai quesiti a uno a uno con calma senza fretta dopo l’analisi attenta dei propri sentimenti.
Matteo era sui carboni ardenti tra l’intervento o lasciare la gestione della serata a Sofia. Se interveniva per bloccarla, lasciando soli Laura e Paolo, rischiava che venissero a galla le precedenti manovre. Era conscio di avere tenuto una condotta ambigua in precedenza, avendo usata Sofia per carpire i pensieri di Laura e riferirli a Paolo. Non desiderava affatto che lei scoprisse il senso delle domande sull’amica. Percepiva che loro stavano bene insieme e non voleva incrinare l’atmosfera di complicità emotiva che si era instaurata nella notte. ‘Al diavolo, Paolo e i suoi problemi di cuore!’ si disse Matteo, sciogliendo gli ultimi dubbi. ‘Ho fatto tanto per lui. Ora cammini con le sue gambe’ e lasciò che Sofia tenesse banco.
Giunti a casa di Sofia, la sera si snodò leggera e frivola. Lei si dimostrò perfetta nel ruolo di padrona di casa, sciogliendo tensioni e stemperando nervosismi.
Paolo prese la mano di Laura, che lasciò fare, perché sentiva calore in quel contatto. Questo nuovo atteggiamento convinse Paolo, che alla fine era riuscito nell’intento di fare breccia nel suo cuore. Coltivò l’illusione che avrebbero trascorso la notte insieme.
Quando si avvicinò l’ora di andare a dormire, Laura si smarcò con eleganza, gelando le speranze di Paolo. Adesso era più distante e fredda e disse che desiderava tornare a casa. Aveva preso questa decisione, perché, pur provando per Paolo sensazioni positive, era ancora troppo presto per accettare la sua presenza nello stesso letto.
Paolo sperò fino all’ultimo istante che Laura dicesse ‘restiamo’, quando fu il momento dei saluti.
“Gli ospiti fanno i complimenti alla padrona di casa per la piacevole sera. Laura“ fece, volgendo lo sguardo verso di lei, “vuoi un passaggio?”
“Grazie“ rispose, pronta a cogliere l’invito. “Se mi accompagni, te ne sono grata. Andrò a prendere la mia macchina domani con calma”.
Si alzò in piedi, dirigendosi verso l’ingresso.
“Non restate?” chiese Sofia per nulla sorpresa, dando per scontato che Matteo si trattenesse per la notte. “Se volete rimanere, è pronta la camera degli ospiti”.
Non insistette più di tanto, poiché sapeva che Laura non desiderava trascorrere la notte con Paolo.
Sia pure riluttante e deluso lui si alzò per raggiungerla nell’ingresso, mentre salutarono Sofia e Matteo.
Arrivati sulla porta di casa, Laura gli diede un bacio, prima di chiudere il portone alle spalle.
“È stata una splendida serata” disse, stringendogli le mani con calore.”Ti ringrazio per essere stato paziente con me. Ho ancora diversi giorni di ferie e sarei felice di rivederti e trascorrere qualche ora in tua compagnia”.
Paolo, amareggiato per il mancato invito di Laura a trattenersi per la notte, rispose che si sarebbero sentiti nei prossimi giorni, allontanandosi col viso corrucciato.
Laura, raggiunta la sua stanza, rifletté sulla giornata, su Marco, su Paolo. Il confronto fra Marco e Paolo era improponibile, perché erano differenti. Indubbiamente Paolo aveva una personalità che non le dispiaceva. Però era troppo presto per pensare d’iniziare una storia con lui, doveva capire, rendersi conto quanto fosse opportuno aprirsi con lui. C’era qualcosa che nel suo carattere non quadrava. Era troppo spiccio senza fronzoli nell’approccio. A lei piacevano i corteggiamenti più dolci e romantici per stimolare la fantasia, come faceva Marco. Però avrebbe dovuto abituarsi ad altro ma le serviva tempo.
“Si, mi servirà tempo” disse mentre si spogliava, “per cancellare il ricordo di Marco, della sua personalità, del suo porsi discreto e riservato. Con Paolo c’è stato stasera affiatamento, intesa. Si può discorrere di molti argomenti. È intelligente ma qualcosa mi frena. Forse tendo involontariamente a confrontarli. Quindi Paolo risulta ancora perdente”.
Paolo si sedette sul divano con un bicchiere di rum cubano in mano. Era nervoso, perché tutto quello che aveva immaginato non si era avverato. Laura gli piaceva e questo era fuori di ogni dubbio. Quei capelli rossi l’avevano stregato come la personalità spiccata e decisa. Era stata veramente abile nel sottrarsi stasera con garbo e delicatezza senza lasciargli margini di manovra. Capiva che poco tempo era intercorso tra la partenza di Marco e l’incontro alla Caffetteria del Corso. Aveva imparato in questi otto mesi che Laura era una montagna da scalare. Doveva pazientare, mettere a freno il suo decisionismo, usare metodo e costanza per conquistarla.
‘Chissà’ si disse, sorseggiando il liquore, ‘quale personalità o quali doti aveva questo Marco. Non riesco a immaginarlo né fisicamente né psicologicamente. Dovrò capire chi era, perché intuisco che ogni mia azione, ogni mia parola sarà messa a confronto con la sua. Su un punto la serata ha avuto successo: non ha chiuso le porte. Anzi si è detta disponibile a vedermi nei prossimi giorni. Devo organizzare il fine settimana con cura, come mi ha suggerito Matteo e poi invitarla, sperando che accetti’.
Sofia e Matteo, liberi senza altre persone tra i piedi, riordinarono insieme la casa come marito e moglie, dopo la partenza degli ospiti.
“Dobbiamo fare i bravi” disse Sofia ridendo. “Domani dobbiamo tornare al lavoro”.
Matteo rise, mentre allegri si infilarono sotto le lenzuola. Non dormirono subito ma parlarono di Paolo, Laura e Marco ma in particolare di loro. Del futuro, di cosa sarebbe la loro vita insieme rappresentò l’ultimo argomento, prima di addormentarsi abbracciati.
Sulla giornata calò il sipario, lasciando il posto alla notte. Tutti dormivano da soli o in compagnia ma era un sonno leggero e rilassato, accompagnato da piacevoli sogni e tanti sospiri.
Domani inizierà un nuovo giorno diverso da quello appena concluso.
Agnese e Marco parleranno di loro, mentre pedalano con vigore sotto il sole.
Laura si risveglierà sola e pensierosa, pensando agli avvenimenti incredibili degli ultimi due giorni, che hanno dato alla sua vita una svolta imprevedibile.
Paolo andrà nello studio scontroso e meditabondo, rimuginando sul viso di Laura, sulla sua chioma rossa, sul suo carattere e su se stesso.
Sofia sarà al lavoro leggera e allegra, come mai lo è stata finora, mentre pensa fiduciosa alla storia con Matteo, sperando che possa essere quella seria.
Matteo si sente bene oggi, mentre opera con la solita precisione per i clienti, perché avverte che Sofia è la donna che aveva cercato nel passato.
Il destino di ognuno di loro sta scritto da qualche parte in cielo o in terra, mentre ogni evento sarà spiegato come un aspetto non conoscibile a priori, che loro non potranno influenzare ma solo subire.
Il futuro sarà una storia tutta da scoprire.
FINE
Cap. 47 – Cap.1